​22. Che ruolo avevano le donne che seguivano Gesù?

Quasi in ogni pagina del Vangelo ci imbattiamo in personaggi che si chiedono qualcosa su Gesù: da dove viene, come mai insegna con tanta autorità, da dove deriva il suo potere, perché fa miracoli, perché sembra opporsi alle tradizioni, perché le autorità lo respingono. Sono domande che si fecero allora e si sono continuate a fare lungo i secoli. A queste domande se ne sono aggiunte altre sul Gesù storico: che lingua parlava, che rapporto aveva con Qumran, è esistito davvero Ponzio Pilato?

L’atteggiamento e gli insegnamenti di Gesù - che furono poi seguiti dalla prima comunità cristiana, come testimoniano il libro degli Atti degli Apostoli e le lettere del Nuovo Testamento - offrivano alla donna una dignità che contrastava con le consuetudini dell’epoca.

Le usanze comuni di quel tempo erano che la donna non avesse un ruolo nella vita pubblica, anche se c’erano differenze a seconda che si appartenesse ad una classe sociale alta o ad una popolare. Il posto della donna era il focolare, sottomessa al marito: usciva poco di casa e quando usciva lo faceva con il volto coperto con un velo e senza trattenersi a parlare con gli uomini. Il marito poteva darle il libello del ripudio e allontanarla. Certamente, tutto questo non si applicava strettamente alle donne che, per esempio, dovevano lavorare in campagna. Però, anche così, non potevano fermarsi da sole con un uomo. Dove si percepisce maggiormente la differenza con l’uomo è, comunque, sul piano religioso: la donna è sottomessa alle proibizioni della Legge, ma non ad alcuni precetti, come andare in pellegrinaggio a Gerusalemme, recitare giornalmente la Shemà, ecc.. Non era obbligata a studiare la Legge e le scuole erano riservate ai ragazzi. Nella sinagoga le donne stavano con i bambini, separate dagli uomini da un recinto. Non partecipavano al banchetto pasquale e non pronunciavano la benedizione dopo il pasto.

Al contrario, nei Vangeli troviamo molti esempi di un atteggiamento di Gesù più aperto: oltre alle molte guarigioni di donne, nella sua predicazione egli propose come esempi figure femminili, come quella che spazza la casa fino a trovare la dracma perduta (Lc 15,8), la vedova perseverante nell’orazione (Lc 18,3), o la vedova povera e generosa (Lc 21,2). Rettificò l’interpretazione sul divorzio (Lc 16,18) e, in contrasto con la posizione dei maestri giudei dell’epoca, considerò la donna capace di ricevere un’istruzione religiosa. Anche riguardo al gruppo dei discepoli e di chi componeva il suo seguito ruppe con le tradizioni. Gesù aveva alcuni seguaci, che si potrebbero definire discepoli sedentari, perché vivevano nelle loro case, come Lazzaro (Gv 11,1; cfr Lc 10, 38-39), o Giuseppe di Arimatea (Mt 27,57). Alla stessa stregua possono considerarsi Marta e Maria (Lc 10,38-41). Di Maria si dice che “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (Lc 10,39), che esprime molto bene l’atteggiamento del discepolo del Signore (cfr Lc 8,15.21).

Nei Vangeli si parla anche della missione itinerante di Gesù e dei suoi discepoli. In questo contesto bisogna intendere Lc 8,1-3 (cfr anche Mt 27,55-56; Mc 15,40-41): Gesù “se ne andava per città e villaggi predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode; Susanna e molte altre che lo assistevano con i loro beni”. C’è quindi un gruppo di donne che accompagna Gesù e gli Apostoli nella predicazione del Regno e svolge un ruolo di diaconia, di servizio.