De Marchi: “Impariamo a essere amabili come il Papa"

In una intervista a Radio Vaticana, il vicario dell'Opus Dei per l'Italia centro-sud , autore del libro "La formula del buonumore. Con i 5 rimedi contro la tristezza", ha spiegato l'importanza di evangelizzare con il sorriso.

“E’ un paradosso perché è un atteggiamento che non si può esigere per legge: ma chiunque, anche se non cristiano, è tenuto a donare a chi gli sta intorno - in famiglia, al lavoro o negli incontri casuali - una certa gioia, un po’ di umanità. Ma in particolare, Papa Francesco ci ha ricordato, sin dall’inizio del suo Pontificato, in modo provocatorio, che in quanto cristiani non possiamo avere sempre una ‘faccia da funerale’, ma dovremmo, anche in situazioni serie, essere più amabili”. L’affermazione è didon Carlo De Marchi, vicario della Prelatura dell'Opus Dei per Roma e l'Italia centro-sud, autore del libro ‘La formula del buonumore. Con i 5 rimedi contro la tristezza’, (Edizioni Ares).

Si evangelizza col sorriso
“Se Papa Francesco ci invita a costruire ponti - spiega don Carlo - dovremmo ricordarci che il primo ponte da gettare verso gli altri è proprio il sorriso, una certa apertura. Credo che questo sia il motivo per cui spesso l’evangelizzazione si ferma ancor prima di iniziare, perché non c’è l’amicizia che nasce appunto dal sorriso”. “Non si può pensare che la priorità siano i contenuti evangelici e i modi con i quali si annunciano siano secondari. Servono un’etichetta, un’affabilità che non devono essere atteggiamenti esteriori ma corrispondere a un reale desiderio di dialogare”.
Gesù è attraente
“Trasmettere la Verità – continua don De Marchi - significa infatti comunicare che Dio ci ama, significa far incontrare Gesù Cristo. Il cristianesimo non è una teoria e non è innanzitutto una dottrina, ma è un incontro con una persona. Se apriamo il Vangelo, infatti, scopriamo che Gesù è attraente nei suoi modi. Certo, ogni tanto si arrabbia. Ma è un fatto che ci colpisce proprio perché rappresenta un’eccezione. Di regola Gesù è attraente per i bambini, gli ultimi, i dotti, per tutti coloro che hanno dubbi. Attrae in particolare chi ha idee diverse dalle sue. Ed è questa la rivoluzione del cristianesimo. Affermare dunque che bisogna alzare la voce per difendere la Verità è un po’ un controsenso. Certo, se mi dimostri che ‘alzando la voce’ attrai le persone, allora va bene. Ma se le respingi, non è cristiano”.
L’arma dell’autoironia
“Credo che l’efficacia comunicativa e la credibilità di Papa Francesco dipendano anche dalla sua affabilità”, aggiunge don De Marchi. C’è un atteggiamento di fondo del Papa che favorisce l’ascolto da parte della gente. Si presenta in un modo sorridente, simpatico, che costituisce già, di per sé, un ponte. Francesco sa poi scherzare su stesso, che è un elemento molto attraente. E riesce poi a farsi ascoltare anche quando esprime contenuti molto duri e esigenti nei confronti del sentire comune o dell’opinione pubblica. Da lui li si accetta perché c’è il pregiudizio positivo che il Papa ci vuole bene. Da un padre che so che mi vuole bene, infatti, accetto anche contenuti scomodi”.

Fabio Colagrande

Radio Vaticana