Il Prelato inaugura l’Anno accademico della Pontificia Università della Santa Croce

Mons. Javier Echevarría ha invitato i professori, gli studenti e i dipendenti dell’università romana ad “ascoltare e ascoltarsi, affinché la fede possa ispirare gli interrogativi e le aspirazioni dei cuori degli uomini”.

"Questa Università possa essere una casa per tutti coloro che desiderano portare Cristo a ogni membro della famiglia umana in mezzo al mondo", in modo che "chi crede, possa farlo con maggior profondità e gratitudine", e chi non crede "possa trovare la risposta alle inquietudini e ai bisogni più profondi del proprio cuore". Con queste parole, il 3 ottobre, Mons. Javier Echevarría , Vescovo Prelato dell'Opus Dei e Gran Cancelliere della Pontificia Università della Santa Croce, ha dichiarato inaugurato il nuovo Anno accademico 2016/2017, 32º di attività.

Nel suo discorso, Mons. Echevarría ha messo in risalto come nel Magistero si può rintracciare "un filo comune" che stimola tutti gli uomini di scienza e di cultura ad entrare in relazione tra di loro "per pensare insieme la dimensione sociale dell'essere umano e della sua perfezione, quindi del suo cammino alla felicità".

Nel lavoro accademico, questa attitudine si può tradurre in una triplice apertura, grazie alla quale è possibile sviluppare "relazioni nell'Università e dall'Università": apertura alla comunicazione reciproca tra docenti; apertura verso altri ambiti scientifici e civili esterni; apertura alla realtà concreta dell'uomo di oggi e ai bisogni della società.

"Si tratta di ascoltare e di ascoltarsi - ha concluso il Prelato dell'Opus Dei -, perché la fede possa raggiungere le domande e le aspirazioni dei cuori degli uomini di oggi e dei diversi popoli", che nel caso della Santa Croce sono ben rappresentati dalla provenienza di studenti e professori.

Nell'omelia alla Santa Messa votiva dello Spirito Santo, celebrata nella Basilica di Sant'Apollinare insieme alle autorità del Rettorato e delle Facoltà, il Gran Cancelliere ha spiegato come "affidare allo Spirito Santo l'impegno dell'intero anno accademico è semplicemente una necessità, perché abbiamo bisogno di una guida sicura per i nostri passi".

Riferendosi quindi all'Anno Giubilare della Misericordia che sta per concludersi, per capire meglio qual è la missione che è stata affidata a ciascuno, "basta fissare lo sguardo sulle opere di misericordia, in questo caso in modo particolare su quelle spirituali, che costituiscono il programma per la formazione integrale, sul modello della persona di Gesù".

La lezione inaugurale è stata affidata quest'anno al prof. Juan José Sanguineti , ordinario di Filosofia della conoscenza presso la Facoltà di Filosofia, che ha riflettuto sul tema Volere e sentire, e più concretamente sul rapporto tra volontà, o razionalità, e sentimento.

"Ciò che importa non è tanto il predominio della volontà, della razionalità o dell’affettività, quanto il loro radicamento armonioso nella verità della persona, cioè nei suoi veri beni, certamente accolti nel modo giusto", ha spiegato Sanguineti. I sentimenti, infatti, "sono più autentici quando sono risonanze affettive nei confronti della realtà. Allora sono portati sul mondo reale e non si gonfiano soggettivizzati". Se, invece, le idee o le emozioni chiudono la persona in se stessa, "nei suoi sogni, nelle sue utopie, nelle sue soddisfazioni, allora sono negative e vanno rettificate".

"I sentimenti giusti modellano la volontà, la rafforzano e non solo conferiscono serenità alla persona, ma anche forza per agire nelle circostanze difficili". Allo stesso modo, "la soggettività, quando è equilibrata nel suo dinamismo, quando cioè sentire, volere e comprendere vanno d’accordo, diventa più idonea per accogliere la trascendenza verso la quale la persona è orientata (Dio, gli altri, la società)". Per cui, "il criterio orientativo decisivo del sentire e del volere contemplativo sta nell’essere capaci di trascendersi verso ciò che può far fiorire l’esistenza umana", ha concluso Sanguineti.

A ricevere quest'anno la medaglia dell'Università, concessa a quanti hanno raggiunto il 25º anno di servizio, sono stati il prof. Paul O'Callaghan, della Facoltà di Teologia; Marco Munafò , della Segreteria delle Facoltà ; Giuseppe Matteucci , della Segreteria Accademica; e Fabrizio Viselli , dell'Ufficio Tecnico.