La memoria di san Severino

Nella sede centrale dell’Opus Dei, Villa Tevere, sono conservate le reliquie di san Severino, un soldato romano del II o III secolo, martire della fede. Nei centri della Prelatura la Messa votiva in onore di san Severino viene celebrata l’8 novembre.

L'oratorio di san Giuseppe, a Villa Tevere. Sotto l'altare, le reliquie di san Severino.

Nel 1957 il cardinale Marcello Mimmi, arcivescovo di Napoli, regalò a san Josemaría le reliquie di questo santo custodite nella sacristia della chiesa del Gesù Vecchio. Lo racconta la scrittrice Carmela Politi Cenere nel suo libro Napoli e le certezze di san Josemaría (Rolando Editore, 2010).

Le reliquie di san Severino erano state donate a metà del XIX secolo da Papa Gregorio XVI alla chiesa napoletana dei santi Matteo e Francesco, dalla quale alcuni anni dopo passarono a quella del Gesù Vecchio. A Napoli la devozione per le reliquie è una delle cose che più colpiscono quanti visitano le chiese della città. Proprio in quella del Gesù Vecchio c’è una cappella con due alte pareti laterali completamente ricoperta da reliquari, ognuno ben identificato secondo il santo o la santa di cui custodisce i resti.

Del Patrono di Napoli, san Gennaro, la cattedrale custodisce come uno dei suoi tesori più grandi la celebre reliquia del suo sangue.

Un soldato romano nei primi secoli del cristianesimo

Della vita di san Severino si sa poco: secondo la tradizione, è un soldato romano martirizzato nel II o III secolo. Il Martirologio Romano del 1930 aggiunge che sarebbe stato martirizzato sotto Diocleziano e che le sue reliquie furono conservate in alcune catacombe romane.

La sua figura appare associata ai quattro martiri romani della Via Labicana. Severino significa austero, deciso: il nome potrebbe essere un titolo postumo in memoria del suo martirio.

Una statua del soldato romano ospita alcune relique del santo

Un riassunto della complessa storia di queste reliquie, nella quale rimangono ancora alcuni punti da chiarire, si trova nell’articolo di Juan Miguel Ferrer, Il culto al martire san Severino.

Le reliquie di san Severino a Roma

Oggi le reliquie di questo martire sono venerate in un oratorio di Villa Tevere, dedicato a san Giuseppe. Nel 1958 la Santa Sede concesse la facoltà che nei centri dell’Opus Dei si celebrasse la messa di san Severino il primo giorno del mese di novembre libero da altre memorie.

Recentemente, il 23 marzo 2013, la Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti – in continuità con quella facoltà – ha fissato l’8 novembre (o il giorno più vicino non impedito) come giorno in cui celebrare la Messa votiva in onore di san Severino.

In tal modo il suo ricordo resta legato all’antichissima tradizione dei martiri della Via Labicana, commemorati per secoli in questa data.

San Josemaría volle che la concessione della Santa Sede a celebrare questa Messa fosse una occasione per i suoi figli per rafforzare ancor più l’unione con il cuore dell’Opera, proprio perché queste reliquie si conservano a Villa Tevere, la sede centrale dell’Opus Dei, a Roma.

Secondo Carmela Politi Cenere, le reliquie di san Severino sono “un emblema di comunione con la Chiesa e con le città del mondo”. Infatti, le reliquie dei martiri non sono mai sangue che chiede vendetta; sono, al contrario, un richiamo all’unione tra gli uomini in Cristo Salvatore del mondo.