Marit, una conversione

Marit, una ragazza estone, cresciuta in una famiglia atea, racconta la sua conversione, che ha preso le mosse in Italia: è rimasta colpita dalla folla che aspettava il Santo Padre per l'Angelus. "Il mio rapporto con l’Italia è abbastanza profondo, specialmente da quando ho cominciato a studiare l’italiano in Università. Ho trovato molte caratteristiche che mi piacciono tantissimo".

La storia della mia conversione comincia poco a poco, nel 2005, quando sono partita per un soggiorno all’ estero con un gruppo di giovani provenienti da vari paesi europei. Prima di allora non volevo prendere in mano un testo in cui si parlasse di Dio Creatore e (purtroppo) i cristiani mi sembravano strani. Dopo quell’ estate, ho cominciato a considerareDio come una cosa più o meno positiva. La mia relazione con il Signore è iniziata in modo più profondo proprio in Italia, in un piccolo paese vicino a Pavia, dove sono arrivata a 21 anni per fare un'esperienza lavorativo-culturale. Proprio in quel frangente sono andata - per curiosità - a Messa la prima volta nella mia vita. In quel momento non parlavo né capivo quasi niente di tutto quello che veniva fatto o detto in Chiesa, ma il Signore ha iniziato a farmi intravedere qualcosa, nonostante la barriera linguistica. Ripensando oggi a questo, mi sembra una bellissima dimostrazione del fatto che il Signore non ha bisogno di una lingua nel senso umano del termine perché Lui ha una lingua tutta sua.

Alcuni mesi dopo, il “caso” mi ha portato a Roma – la “Città Eterna” dei romani ma anche il luogo dove vive il Papa. Mi ci ha condotto la famiglia per la quale lavoravo e così ho avuto modo di godere della bellezza della capitale e di fare un po’ di turismo. Era il mese di dicembre, quando tutti aspettano la nascita di Gesù. Trovandomi a Roma ho deciso di andare a sentire l’Angelus del Papa. Era il 13 dicembre, il giorno di Santa Lucia, che di fatto ha portato la luce pure a me. Il tempo era brutto– pioveva ed era abbastanza freddo – ma, nonostante questo, quello che mi ha colpito di più era la folla che aspettava il Santo Padre. Questa immagine mi è entrata nel cuore e l’ho portata dentro di me.

Ma in quel momento neppure questo mi bastava... forse perché il tempo non era sufficientemente brutto? Adesso mi spiego meglio. A fine dicembre volevo tornare a casa in Estonia per le vacanze natalizie. Poi è successo qualcosa proprio di inaspettato: iniziò a nevicare moltissimo, tanto che i treni non partivano e volevano persino chiuderel’aeroporto di Malpensa. Eropreoccupatissima. Mi ricordo che non volevo passare a nessunacondizione il Natale in aeroporto, come succede spesso nei film. Volevo tornare a casa! In quel momentomi è venuta un’ispirazione... Sono andata nella cappella dell’ aeroporto a pregare per il mio viaggio e fare quasi una promessa a Dio: se Lui mi avesse aiutata a tornare a casa io sarei diventata cattolica. Lui mi ha risposto e mi ha fatto a tornare a casa; perciò dopo essere arrivata in Estonia mi sono iscritta ai corsi di catechesi per adulti e sono stata battezzata nella Veglia Pasquale del 2011. Con questo evento è cominciato per me un capitolo tutto nuovo della mia vita.

Devo aggiungere che sono cresciuta in una famiglia atea. Nessuno dei miei genitori è credente, ma nonostante questo nostra madre ci leggeva la storia della Bibbia adattata ai bambini e qualche volta siamo andate pure in Chiesa la sera del 24 dicembre.

Proprio un Natale sono andata ad un incontro che aveva luogo nel centro femminile della Prelatura dell'Opus Dei a Tallinn. Prima di questo momento, avevo solo vagamente sentito parlare dell'Opus Dei, ma non ne sapevo quasi nulla. In quella occasione mi hanno proposto di partecipare ad un’introduzione ai corsi che venivano organizzati nel centro, spiegandomi che tipo di formazione si offriva ai partecipanti. Lì ho incontrato le persone che poi mi hanno aiutato a fare i primi passi nella strada per diventare cristiana. Ho trovato l’aiuto sincero di cui avevo proprio bisogno. Poi ho fatto il mio primo corso di ritiro, dove ho conosciuto meglio lo spirito dell’Opera ed il ruolo che un cristiano deve avere nella Chiesa e nella società. Coloro che sono battezzati da bambini e cresciuti in una famiglia cristiana hanno imparato a parlare con Dio poco dopo aver pronunciato le prime parole. Io invece ho avuto la possibilità di scoprire la bellezza della fede da sola, grazie anche all’insegnamento di san Josemaría.

Il mio rapporto con l’Italia è abbastanza profondo, specialmente da quando ho cominciato a studiare l’italiano in Università. Ho trovato molte caratteristiche che mi piacciono tantissimo. All’inizio dell’anno scolastico 2013 ho avuto l’opportunità di venire ad approfondire i miei studi all’Università di Verona e sono venuta a vivere in Clivia, una Residenza Universitaria portata avanti da persone dell'Opus Dei. Questi sei mesi sono stati per me importanti e mi hanno arricchito da molti punti di vista.

Sito web Clivia: https://www.clivia.it/it/pagine/view/chi-siamo