Un soffio di aria fresca

Dalle regioni settentrionali dell’Europa, come un ciclone allegro ma inoffensivo, sono arrivati in gruppo a Madrid sessanta russi, per la beatificazione di Álvaro del Portillo. Parliamo con Dasha e Polina. E anche con Lilia, che, pur vivendo a Mosca, è ucraina e negli ultimi tempi si era trasferita a Madrid per seguire i suoi studi.

Lilia, Dasha e Polina hanno collaborato come volontarie durante la beatificazione di Álvaro del Portillo.

Hanno in comune la bellezza della gioventù, gli occhi chiari e intelligenti e un franco sorriso, che invita a parlare del motivo della loro gioia. Tutt'e tre si sono appena laureate e si dedicano a settori professionali creativi: pubblicità, cinema e televisione, moda. Per parecchi giorni hanno lavorato come volontarie nell'organizzazione della beatificazione di Álvaro del Portillo. Lilia e Polina nel settore delle sacrestie, Dasha in quello della pulizia dei sanitari. Dal più divino al più umano...

Kiev. Dio, nell'intervallo di un concerto

Lilia ha appena terminato il master Fashion Trend Analysis nel Centro Universitario Villanueva di Madrid. È disegnatrice di moda e ha conosciuto l'Opus Dei a Kiev, in un momento impensato: l'intervallo durante l'esibizione di una famosa cantante ucraina, che stava accompagnando sulla scena come ballerina. Katia, una numeraria dell'Opus Dei, anch'essa ucraina, le parlò dell'Opera, di alcune attività per ragazze della sua età e di un progetto di moda che volevano fare a Mosca, per il quale avevano bisogno del suo aiuto.

In un primo momento – riconosce Lilia – la proposta non la interessò molto, e ancor meno in Russia; però in seguito decise di passare alcuni giorni nel centro di Mosca dell'Opus Dei, perché le spiegassero nei dettagli il progetto. "Mi piacque molto l'ambiente, come si volevano bene e si aiutavano le persone che abitavano lì. Io ero cattolica, ma non sapevo niente dell'Opera. Pensai che lì si viveva quello che diceva Gesù: vi conosceranno per l'amore che avete gli uni per gli altri".

Lilia ritornò in residenza poco dopo, cominciò a partecipare ai mezzi di formazione cristiana e scoprì la sua vocazione come numeraria. È dell'Opera da due anni ed è felice.

Di Álvaro del Portillo mette in evidenza la pace, il suo sorriso indelebile. "Tutti dicono: trasmetteva pace, tranquillità. La pace di chi sa di essere sulla strada giusta, di chi ha raggiunto la meta più alta. La pace data dalla coerenza di vita". Le piacerebbe che molti giovani come lei, che sono in piena ricerca del senso della vita, scoprissero Dio. "Siamo figli di Dio, Egli ci ha creati; e se lo cerchiamo, ritroveremo anche noi stessi, scopriremo la nostra identità più reale e ciò che di meglio c'è nel mondo".

La Siberia e il lavoro come mezzo di santificazione

Dasha proviene da Omsk, nel sud della Siberia, dove viveva con il nonno. Malgrado il freddo della steppa, è un vulcano dalla risata contagiosa. Non è dell'Opera e vive nella residenza universitaria di Mosca da un anno. "Cercavo un alloggio per il mio ultimo anno di università e, quando ho conosciuto questo posto, ho detto: voglio vivere qui. Mi è sembrato un luogo sano, allegro, che mi offriva un interessante scambio di esperienze". Ora sta per terminare un corso di pubblicità e ha cominciato a lavorare in un'agenzia.

Nella residenza Dasha ha scoperto la fede cattolica e ha ricevuto la prima comunione. È molto contenta. "Io ero ortodossa per battesimo, ma non ero praticante. Vivevo l'ortodossia come qualcosa di culturale, ma il mio cuore era cattolico".

Pensa che l'Opus Dei possa fare molto bene al suo paese. "Quello che più mi ha sorpreso quando ho sentito parlare dell'Opera è che grazie al mio lavoro potevo essere santa. Ero ancora lontana dalla Chiesa e ho pensato: com'è possibile? Gente della Chiesa mi dice di lavorare? Mai nessuno mi aveva insegnato una cosa del genere. Mi è sembrata un'idea geniale e penso che sia importante per il mio paese. L'Opus Dei è pratico, ti dice come fare, ti mostra la strada. Se la gente lo scopre, può trovare il senso della propria vita".

La fede la porta a preoccuparsi del suo paese, che guarda con speranza ed entusiasmo. "I problemi sono molti, ma credo che coloro che sono nati dopo la disgregazione dell'Unione Sovietica vogliono trovare un senso, vogliono cambiare qualcosa, si nota un certo movimento a tutti i livelli e si ha il desiderio che le cose migliorino".

Dasha vuole dare un suo contributo a questo cambiamento. "Ho letto diverse lettere dei Papi e del prelato dell'Opus Dei sul modo in cui noi che lavoriamo nei mezzi di comunicazione possiamo influire sull'approvazione di buone leggi. Io voglio aiutare il Papa a portare le persone a Gesù. Per esempio, poco tempo fa, sui Cannes Lions, c'era una serie di annunci sulla donazione del sangue. Mi sembra molto importante che si possa utilizzare la tecnologia per qualcosa di buono. Questo mi fa riflettere su ciò che io potrei fare. Sono sicura che se prego, se cerco di proseguire nel mio cammino di santità, Dio mi dirà che cosa dovrò fare per dare un senso alla mia vita".

La venuta a Valdebebas sta aiutando Dasha a rafforzare la sua fede. In Russia i cattolici non sono molti, ma o non frequentano la chiesa o sono persone anziane. "Questo invece è una sorta di collage di gente giovane che ama Cristo: è bellissimo. Incontro persone che mi domandano da dove vengo: "Dalla Russia, dalla Siberia!". E mi dicono: "Prego per il tuo paese!". Oggi, durante il mio turno di pulizia dei bagni, ho incontrato una signora: "Come ti chiami?". "Dasha". "Dasha, pregherò per te. Quando ti senti sola, pensa: Susanna, in Messico, prega per me". Questo l'ha commossa molto, perché le ha ricordato sua nonna, che è morta quando lei aveva dodici anni: "Quando usciva, mia nonna mi diceva sempre: il Signore sia con te. Questo mi aiutava a essere migliore. Anche ora penso: se una persona mi dice che prega per me, io devo impegnarmi, non posso fare le cose male!".

Data la situazione del suo paese, a Dasha è costato venire a Madrid. "Ho il visto soltanto per pochi giorni. Dovrò rinunciare a molte cose, ma alla beatificazione dovevo venire. Può darsi che don Álvaro vuole che io stia qui".

Se dovessi fare un annuncio pubblicitario su Álvaro del Portillo, che cosa metteresti in evidenza? – le abbiamo domandato –. "Mi piacerebbe mostrare il suo sorriso. Comunica. Quando lo guardi ti accorgi che ti vuol bene e che c'è unità tra ciò che pensa, ciò che dice e ciò che fa".

Mosca. L'eroismo della vita ordinaria

Polina ha conosciuto l'Opera attraverso un'amica. "Io ero ortodossa, ma non ero molto praticante. Quando ho visitato un centro dell'Opus Dei sono stata colpita dal fatto che erano persone interessanti e allegre. Io ero convinta che le persone che praticavano la fede fossero anziane, strane o noiose...".

Un po' per volta si è avvicinata alla fede cattolica, ha cominciato a ricevere formazione e a frequentare la chiesa. "La Chiesa cattolica e quella ortodossa hanno molto in comune. Prima di convertirmi ho letto molto, ho riflettuto molto, ho capito che dovevo cambiare alcune cose della mia vita che non facevo bene, e avevo paura. Ricordo che domandavo alle persone dell'Opera: Che faccio? Dio, che cosa vuole? In che cosa mi devo convertire? Però non mi davano risposte o mi dicevano: questo devi vederlo tu... Così, ho riflettuto, ho pregato e poi mi sono decisa".

Ora Polina è soprannumeraria dell'Opus Dei. "Sono contenta. Credo che il mio posto sia questo. Appartenere alla Chiesa cattolica e all'Opus Dei mi ha fatto scoprire la bellezza della vita umana. Non nego che sia esigente. Non sei mai sicura del tutto e non hai tutto risolto. Se ti decidi per Dio, devi accettare la vita responsabilmente. A volte si presenta di nuovo la domanda: Che faccio? Che cosa devo cambiare? Però questo cammino, dove ogni piccola cosa è importante, mi rende felice. Per esempio, io lavoro nell'industria del cinema e nella televisione. Certe volte ti rendi conto che dovresti aiutare a cambiare alcune cose, soprattutto i valori dei protagonisti. Indubbiamente, puoi chiudere gli occhi e dire: OK, così stanno le cose. Ma puoi anche pensare: che cosa posso fare io perché le cose migliorino?".