“La nostra tendenza all'egoismo non muore”

Non mettere il tuo “io” nella tua salute, nella tua reputazione, nella tua carriera, nel tuo lavoro, in ogni tuo passo... Che cosa sgradevole! Sembra che abbia dimenticato che “tu” non hai nulla, che tutto è Suo.

Quando nel corso della giornata ti senti umiliato — magari senza motivo —; quando pensi che dovrebbe prevalere il tuo criterio; quando ti rendi conto che a ogni istante il tuo “io” borbotta, il tuo, il tuo, il tuo..., convinciti che stai ammazzando il tempo, e invece hai bisogno che sia “ammazzato” il tuo egoismo. (Forgia, 1050)

Al Signore dobbiamo permettere di entrare nella nostra vita e di entrarvi agevolmente, e lo faremo sgombrando ostacoli e illuminando i nascondigli interiori. Noi uomini abbiamo la tendenza a difenderci, ad aggrapparci al nostro egoismo. Cerchiamo sempre di essere dei re, sia pure del regno della nostra miseria. Capite bene, allora, quanto grande è il bisogno di ricorrere a Gesù: Egli solo può farci veramente liberi per poter servire Dio e tutti gli uomini. (...)

Procediamo tuttavia guardinghi, perché la nostra tendenza all'egoismo non muore e la tentazione può infiltrarsi in mille modi. Dio esige che nell'obbedienza venga esercitata la fede, perché la sua volontà non si manifesta con strepito. Sovente il Signore suggerisce la sua volontà sottovoce, nell'intimo della coscienza: per riconoscere tale voce e seguirla fedelmente, è necessario ascoltare con attenzione.

(E' Gesù che passa, 17)

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