I Magi e il desiderio di stelle

"L’Epifania non porta via tutte le feste ma apre un tempo di luce che si concluderà con la presentazione di Gesù al Tempio". Ti proponiamo un editoriale sull'Epifania in vista della festa di domani.

Un antico detto popolare recita: “L’Epifania tutte le feste porta via”.

Ma se questo è vero per l'imminenza della ripresa delle scuole, in realtà la festa che celebriamo il 6 gennaio è di grande importanza per i cristiani, e non solo per loro. Si tratta infatti, come dice la parola stessa, della "manifestazione" di Dio al mondo intero. In effetti anticamente la memoria della Natività del Signore era celebrata proprio il 6 gennaio, come attestato dal maggior risalto dato a questo giorno nella tradizione liturgica orientale. Anche la pietà popolare in diversi paesi latino-americani e in Spagna continua a riconoscere la priorità di questa festa nella consuetudine della cavalcata de los Reyes Magos che portano i doni ai bambini.

L'evento che ricordiamo ci viene raccontato dal vangelo di Matteo che parla dell’arrivo di “alcuni Magi”, forse sacerdoti persiani che si dedicavano all’interpretazione dei sogni o astrologi che leggevano nei movimenti degli astri segni-guida dei grandi eventi della storia. Per quanto la loro identità sia avvolta nel mistero, di una cosa siamo certi: i Magi erano Gentili, non appartenevano, cioè, al popolo d’Israele. Perciò, nel corso del tempo la tradizione ha visto nel viaggio dei Magi una prefigurazione del cammino di tutte le genti verso Cristo.

Nel suo disegno di salvezza Dio si è fatto vicino non solo al popolo eletto ma a tutti gli uomini, senza distinzione. I Magi, infatti, come la maggior parte dei loro contemporanei, non conoscevano la storia d'Israele, non avevano idea di chi fossero Maria e Giuseppe, eppure seguirono un segno naturale, una stella, per giungere alla verità. Ancora oggi il mondo è pieno di viaggiatori che, come quei Magi, sono alla ricerca di una stella che li guidi verso il giusto senso della vita. Negli ambienti che frequentiamo sono molte le persone desiderose di adorare l’unico vero Dio e che forse seguono le stelle di tanti idoli che li tengono lontani, prolungando il loro vagabondare.

A partire dalla vicenda dei Magi, nei nostri presepi è normale collocare una stella: “La stella li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino” (Mt 2, 9). L’Epifania ricorda che ciò che occorre per condurre le anime al Dio Bambino è una stella. E quella stella devono essere i cristiani. Lo stesso Gesù lo ha detto: "Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,14). L'oscurità che ancora oggi avvolge la terra de-sidera (letteralmente) lo splendore di molte stelle che indichino la strada che porta a Betlemme. Lo annuncia una delle più note profezie messianiche di Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1). Se a Natale abbiamo contemplato il sorgere della grande luce di Dio fatto uomo, nella solennità dell’Epifania siamo chiamati a essere noi stessi le stelle che guidano ogni uomo e ogni donna verso il Dio incarnato che riposa nella Chiesa.

Questa è l'identità e la missione dei cristiani: “Figli di Dio. - Portatori dell'unica fiamma capace di illuminare i cammini terreni delle anime, dell'unico fulgore, nel quale mai potranno darsi oscurità, ombre o penombre. - Il Signore si serve di noi come di torce, perché questa luce illumini... Da noi dipende che molti non rimangano nelle tenebre, ma percorrano sentieri che conducono fino alla vita eterna”. (San Josemaría, Forgia n. 1)

L’Epifania non porta via tutte le feste ma apre un tempo di luce che si concluderà con la presentazione di Gesù al Tempio, un giorno non a caso conosciuto come la festa della luce, o Candelora. La luce che si è accesa la notte di Natale è destinata, infatti, a risplendere fino alla fine dei tempi in ogni ambiente della società, nei figli di Dio che lottano per essere santi in mezzo al mondo.

Nelle sue promesse ai patriarchi Dio lo aveva ripetuto tante volte: "Renderò la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo" (Gen 26, 4). A Betlemme comincia la missione della discendenza di Dio che porterà nel mondo la luce, come le stelle nelle tenebre della notte. E quelle stelle siamo noi.

Giovanni Vassallo