Ventimila peruviane hanno imparato un mestiere a Condoray

In Perù una istituzione si propone di insegnare un lavoro alle donne prive di risorse economiche. Intervista con la vice-direttrice del Centro Condoray, per il quale sono già passate ventimila donne.

Più di 20.000 donne sono già passate dalle aule di Condoray, una istituzione peruviana di promozione della donna che aiuta a migliorare l’autostima di molte donne, per la gran parte indigene.

Secondo la vice-direttrice di Condoray, Ana Lucía Aguayo de Rosell, la donna ha un ruolo fondamentale nella trasmissione della fede in America Latina: «Si può dire che dalla sua pietà, dalla sua santità personale, dal suo modo di fare famiglia, dalla sua dedizione all’educazione cristiana dei figli, dal suo esempio nella vita di famiglia, dipende che nel nostro continente si conservi la fede».

Aguayo illustra il lavoro di questa organizzazione, che opera nella provincia peruviana di Cañete.

Abilitare al lavoro 20.000 donne non deve essere stato facile. Come ci siete riuscite? Ana Lucía Aguayo : Effettivamente avere ottenere questo risultato è costato molto. Condoray è una iniziativa nata nel 1963 con il proposito di formare integralmente la donna della provincia di Cañete in Perù affinché potesse dare un valido contributo allo sviluppo socioeconomico di Cañete e delle famiglie che vi abitano.

In 44 anni di attività, Condoray ha messo a punto un modello di sviluppo nel quale la donna è il cardine e il fine, e non una semplice intermediaria indispensabile per rendere efficienti i progetti.

Il nostro compito è formare persone, le quali, dopo aver imparato alcune modalità di lavoro e alcuni valori umani e cristiani, esercitino una influenza positiva nelle loro famiglie e nella provincia di Cañete. Facciamo in modo che le donne accrescano la propria autostima, imparino a riconoscere le proprie qualità e difetti, siano capaci di stabilire mete e di lottare per raggiungerle, trasformandosi così in agenti attive del proprio sviluppo personale.

In questo contesto, un fattore di successo del modello da noi applicato è merito delle Promotrici Rurali. Sono donne di spicco che vivono nelle comunità contadine di Cañete e ricevono a Condoray una formazione che poi trasferiscono alle donne dei loro villaggi con l’obiettivo di realizzare progetti – con la partecipazione della comunità – per fare passi avanti sul piano educativo, familiare e sociale. In tal modo è possibile realizzare programmi stabili di sviluppo, e d’altra parte si può fare in modo che l’attività di Condoray abbia un effetto moltiplicatore, arrivando così a molte donne della zona.

"Le promotrici sono donne di spicco che vivono nelle comunità contadine di Cañete e ricevono a Condoray una formazione che poi trasferiscono alle donne dei loro villaggi ".

Che cosa apprezza di più nella donna indigena? Ana Lucía Aguayo : Prima di tutto dobbiamo chiarire che Condoray non lavora solo con donne indigene. Data la sua ubicazione – sulla costa centrale del Perù –, è frequentata da una ricca diversità: vi sono donne di razza indigena, mulatta, meticcia, ecc.

La nostra esperienza ci fa apprezzare in loro molte qualità: la capacità di essere leader , la tenacia, la fortezza e lo slancio nell’ottenere ciò che si propongono. Dobbiamo mettere in evidenza anche la loro generosità e il loro spirito di solidarietà.

È normale che quando qualcuna ha qualche problema – una malattia, un problema economico, ecc. -, immediatamente le donne si uniscono e si organizzano per svolgere qualche attività (soprattutto vendita di prodotti alimentari) per ottenere un po’ di denaro e aiutare così chi ne ha bisogno, oppure curano i figli di madri che debbono andare a lavorare o assentarsi per altri motivi.

Apprezziamo anche la loro capacità di intraprendere un’attività e di non fermarsi davanti alle difficoltà se sono convinte di quello che vogliono.

Un’altra qualità è la loro abnegazione e la dedizione alla famiglia. La necessità di ottenere il sostentamento quotidiano ha contribuito a farle organizzare molto bene per non trascurare gli obblighi familiari e farle partecipare ad attività produttive che permettono loro di contribuire al sostegno economico della famiglia.

Qual è il ruolo della donna nella rievangelizzazione dell’America Latina? Ana Lucía Aguayo : Il loro ruolo non è valutabile con esattezza, ma è certo che il futuro dell’umanità si gioca nella famiglia. Lì la donna è il cardine perché trasmette i valori umani e cristiani.

Le donne favoriscono la nascita, lo sviluppo e il mantenimento della fede e delle virtù cristiane nei figli e tengono uniti i membri della famiglia. L’unità familiare è un grande bene per la Chiesa e per la società. Inoltre la famiglia è una comunità di persone dove si apprendono i valori morali e dove si trasmette l’eredità spirituale e culturale della società. La famiglia è essenziale anche per permettere alle persone di consolidare le loro convinzioni; inoltre promuove sia la responsabilità sociale che la solidarietà.

D’altra parte la donna, per le sue qualità innate, ha la capacità di accogliere qualunque persona e può arrivare al mondo interiore degli altri. Grazie alla sua femminilità può apportare nella Chiesa modi efficaci di vivere la reciprocità con l’altro, di accogliere chi è differente e di promuovere tante iniziative sociali a favore dei più bisognosi.

Per la loro forza morale, per la loro innata tenerezza e per la facilità con cui si preoccupano di ogni persona, la donna può curare la «chiesa domestica», che è la famiglia e anche tutta la Chiesa.

Si può dire che dalla sua pietà, dalla sua santità personale, dal suo modo di fare famiglia, dalla sua dedizione all’educazione cristiana dei suoi figli, dal suo esempio nella vita di famiglia, dipende che nel nostro continente si conservi la fede. Dalle famiglie autenticamente cristiane escono persone virtuose, cittadini integri, capaci di dare aria e luce alla società.

Zenit